I MILLE DEL PONTE

da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco e Raffaella Luglini

 

 

“I mille del ponte”, lo spettacolo teatrale e musicale nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco e Raffaella Luglini, presidente di Fondazione Ansaldo-Gruppo Leonardo, scritto da Massimiliano Lussana e dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno ricostruito il Ponte di Genova.

 

In scena Mario Incudine, cantante, il mandolinista Manfredi Tumminello e Antonio Vasta, polistrumentista specializzato negli strumenti della tradizione popolare siciliana, con l’ausilio  di video e musica, raccontano le storie di coloro che hanno materialmente "fatto" il Ponte: operai, ingegneri, saldatori, controllori di gestione, autisti, decine di categorie professionali che sono eccellenze italiane, apprezzate in tutto il mondo.

 

Lo spettacolo si dispiega oggi sull’arco di tre atti: un primo atto dedicato agli “artefici” del ponte, le mani operose di oltre cinquanta tipologie di professionisti diverse confluite nell’opera monumentale di ricostruzione del Ponte, sulle note di o’ Guarracino e de La storia di De Gregori, le competenze tecniche, i lavori manuali. Un secondo atto dedicato al “record dei notai”, dedicato al contributo dei 56 notai che hanno battuto il record dei primati del notariato riuscendo a consegnare per tempo le pratiche di tutela dall’esproprio ai cittadini residenti ai piedi del ponte, un racconto che si snoda sullo sfondo di musiche estratte da quella che, nell’ambiente forense, è nota come la “playlist dei notai”:  Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Lodo e Lo Stato sociale, i Pinguini tattici nucleari, Achille Togliani, Roberto Vecchioni e Giorgio Gaber e Ivano Fossati e tanti altri. Ma anche "Zorro" e "Messico e nuvole" per raccontare le ricerche degli aventi diritto fino all'altro capo dell'Oceano. Un terzo atto intitolato, “Ponte di luce”, dal nome dell’idea di Renzo Piano: dove i suoni industriali - dal robowash che pulisce i vetri, ai sensori più moderni esistenti in questo settore dell'ingegneria civile – si intrecciano alle colonne sonore di cartoni animati – citiamo in particolare la canzone Ufo Robot, colonna sonora di Goldrake - sullo sfondo di scene da film “cult”, che tutti possiamo ricordare, come la famosa “dai la cera, togli la cera” di Karate Kid, che contrappuntano con umorismo il ritmo del lavoro incessante immortalato, in corso d’opera.

 

Partendo dal canto popolare di o’Guarracino, in perfetta continuità con il repertorio di storie e musica del Sud della serata, e citando Renzo Piano che proprio in quella canzone aveva ritrovato in qualche modo l'elenco di tutte le professioni del Ponte, Incudine trasforma le parole di Massimiliano Lussana in un sabba inarrestabile, divertente e commovente, dove le storie dei lavoratori si sono fuse, sulle note sempre più incalzanti di "La storia" di Francesco De Gregori, che fotografa alla perfezione la grandezza di ciascuno di loro, fino all'omaggio a Paolo Micai, operatore e fotoreporter che fotografava e riprendeva il cantiere, ed è morto di Covid in un letto dell'ospedale San Martino di Genova.

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